I cospiratori - Un-su Kim [recensione] LouchoBi BookS

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I cospiratori - Un-su Kim [recensione]

Ciao a tutti Amicony, oggi parliamo de I cospiratori, di Un-su Kim, edito HarperCollins Italia

Ho sofferto di un blocco del lettore che, unito ad allergia e voglia di sonnellini, mi ha impedito di leggere per qualche settimana ma per fortuna che una lettura un po' insolita e un po' fuori dai canoni mi ha risvegliato e fatto mettere al lavoro.


Parliamo de I cospiratori, edito per l'Italia da Harper Collins Italia, che ringrazio tantissimo per la copia stampa digitale, con la quale inauguro la collaborazione da questo thriller, una perla più unica che rara ad oggi nel panorama editoriale italiano.

Un noir freddo, intenso, crudo, ambientato in una Corea del Sud dei nostri giorni, che sta vivendo un rinascimento culturale e sociale dopo una guerra devastante e una successione politica rapida e discussa.
Dietro ogni assassinio c'è un pianificatore anonimo - un cospiratore - che lavora nell'ombra. "I cospiratori" dettano silenziosamente le mosse dei criminali più pericolosi della città, ma la loro esistenza è poco più che leggenda. Chi sono? E, soprattutto, cosa vogliono? Raeseng è un assassino. Cresciuto da un killer irascibile chiamato Vecchio Procione nel quartier generale del crimine, la Biblioteca del Canile, non ha mai messo in dubbio niente: dove andare, chi uccidere, o perché quel luogo fosse pieno di libri che nessuno leggeva mai. Ma un giorno, durante una missione, Raeseng esce dagli schemi, facendo crollare una serie di mosse accuratamente calibrate. E quando si imbatte in un eccentrico trio di giovani donne - la commessa di un minimarket, la sorella di lei costretta su una sedia a rotelle e una bibliotecaria strabica - deve decidere se rimanere una pedina o assumere infine il controllo della situazione.

Di cosa parla?

Raeseng  è un assassino professionista cresciuto fin da bambino da un enigmatico boss senza nome conosciuto come Vecchio Procione.
Il giovane uomo, molto più vecchio della sua età, sta conducendo uno dei suoi ultimi incarichi quando per la prima volta, forse, modifica gli obiettivi della missione.
Siccome ovviamente è categoricamente proibito, poiché un assassino deve attenersi al suo mandato, Raeseng dovrà ora in qualche modo cavarsela per scampare ad un'eventuale punizione.
Il narratore, che presenta i fatti dal punto di vista di Raeseng, racconta man mano anche la vita del protagonista ma soprattutto i dettagli dell'ambiente in cui vive.

Quasi come se la storia di fondo fosse solo un pretesto per raccontare una realtà agghiacciante e forse fin troppo reale, scopriamo quindi che al vertice di tutto via la figura assolutamente indefinita del Cospiratore:  questi individui tirano le fila della politica, dell'economia e quindi dell'intera società coreana del termine della guerra fino ai giorni nostri.
E agiscono proprio per mano di gruppi come quello della Biblioteca che fa capo a Vecchio Procione e di cui fa parte il nostro protagonista.

La vita di Raeseng  è subito messa in pericolo dal ritrovamento della più improbabile minaccia che abbia mai letto in un thriller ma che tuttavia lo condurrà in una spirale che si fa via via sempre più soffocante, fino a condurci di fronte ai cospiratori e, infine, ad un finale assolutamente inaspettato.
Durante la narrazione la storia è inframezzata da frammenti della vita del protagonista che aiutano meglio a conoscere sia i personaggi che incontriamo man mano, sia la storia della sua interezza.
Ecco il finale forse è l'unica parte che un po' mi ha deluso nonostante rispetti il sacrosanto cliché dei thriller di terminare rocambolescamente nelle ultime dieci pagine.
Tuttavia ho capito e rispetto la scelta dell'autore nel come ha desiderato concludere questo libro.

Una cosa che mi ha lasciato "I Cospiratori" è stato il fatto che per capire appieno il contesto in cui la vicenda viene narrata mi sono dovuto fare una cultura su una parte di storia che non conoscevo se non per sommi capi. È stato stimolante imparare cose nuove ispirato dalla lettura di un libro.
Riguardo ad altre cose che vengono affrontate, per quanto non me ne sia informato, mea culpa, Spero vivamente che siano basate su fatti che l'autore si è inventato di sana pianta.
Kim è un grado di generare una serie contrastante di sentimenti che vanno da odio, insofferenza, amore, il senso del rispetto dell'onore, la commissione che veramente da tanto tempo non mi capitava di sperimentare con la lettura di un libro.

Si viene emotivamente sbalzati da un sentimento all'altro in una lettura particolarmente immersiva, per quanto semplice, ma molto efficace ed incisiva.
Era da molto che non mi capitava di commuovermi leggendo (e per ben diverse volte) e credo che alla fine il magone che mi sia rimasto nel petto non sia dovuto al finale che personalmente non mi ha soddisfatto ma ai denti stretti che ancora mi vengono se penso a come avrei preferito che fosse finito.

Consigliato?


Libro ovviamente consigliato a tutti gli amanti del genere, stra consigliato a chi vuole imparare qualcosa di una cultura orientale emergente ma un po' meno diffusa di quella giapponese o cinese a cui siamo abituati, ma anche a coloro che apprezzano le storie contemporanee d'amore e di amicizia e di senso della vita.

Chi è Un-su Kim

Un-su Kim è nato nel 1972 a Busan, nella Corea del Sud, ed è autore di numerosi romanzi di successo. Ha vinto il Munhakdongne Novel Prize, il premio letterario più prestigioso della Corea, ed è stato nominato per il Grand Prix de Littérature Policière nel 2016.

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2 commenti:

Ilariabookspassion ha detto...

Non ho letto molto thriller in vita mia ma è un genere che piano piano mi sta prendendo molto e questo sarà sicuramente uno dei libri che rimedierò presto!

Ervea books addicted ha detto...

Purtroppo questo non è per niente il mio genere, ma è un titolo che so a chi consigliare

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